Una lettera rimane forse ancora il modo migliore per presentarsi, e questa lettera è indirizzata a Te che stai pensando di chiedermi una visita ginecologica. Partiamo dal fatto che sto dandoTi del Tu: lo faccio solo in questa lettera. Non offenderTi se di persona Ti darò del Lei: so che molte pazienti si aspettano il Tu, e so che molti miei colleghi lo usano, ma se io Ti darò del Lei non sarà per mantenere le distanze. Anzi, è proprio il contrario: spesso quel "Tu" viene dato dall'alto al basso, per significare che il medico è "grande" e Tu sei "piccola". Io non mi sento più grande di Te, mi sento alla pari. Siamo naufraghi sulla stessa barca, e ci aiutiamo a vicenda. Io Ti posso dare il frutto dei miei studi e della mia esperienza, ma Tu mi dai la possibilità di mantenere viva e accrescere questa mia esperienza, e mi dai la possibilità di imparare ancora. Sì, perché non si finisce mai di imparare, e io studio e ristudio i miei libri, leggo le mie riviste, navigo in Internet per confrontarmi con quanto propone la ricerca scientifica e tecnologica, ma è soprattutto dalle mie Pazienti che io imparo qualcosa tutti i giorni, perché la varietà e la complessità del corpo umano e della mente umana non possono essere riassunte per intero in libri, articoli, o comunicazioni scientifiche.

   Quindi è un percorso insieme quello che iniziamo quando vieni a chiedermi una visita. 

 

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